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Non conoscevo la storia di questo Paese anche se, grazie alle foto di mio marito risalenti alla sua esperienza qui nel 2008, avevo potuto ammirarne la bellezza dei paesaggi rigogliosi e delle donne dai lunghi capelli neri; non sapevo che per molto tempo e fino al 2010, il turismo venne boicottato dalla "National League for Democracy", perché visitare il Myanmar significava procacciare soldi ad un governo noto per la violazione dei diritti umani, per l'uso dei lavori forzati e di metodi repressivi anche nei confronti di dimostrazioni pacifiche (per esempio quelle del 2007).
Il turismo resta comunque uno dei modi più efficaci per far capire ai birmani di non essere un popolo dimenticato dal resto del mondo, per far crescere un paese ancora molto arretrato e per creare nuovi posti di lavoro.
Purtroppo è impossibile evitare che parte del nostro denaro cada nelle mani del governo e quindi mai come in Birmania è davvero importante fare del "turismo responsabile", cercando di evitare i viaggi organizzati e gli alberghi di lusso, anche se pochi, quasi sempre controllati interamente dagli enti governativi; viaggiare in modo indipendente permette inoltre di entrare veramente in contatto con la gente e soprattutto di avere maggiore controllo su dove va a finire il nostro denaro...acquistare prodotti artigianali direttamente dagli artigiani e in più posti è un ottimo metodo per aiutare questo popolo che non vede l'ora di entrare in contatto con i visitatori stranieri e che non mancherà di ripagare con la sua straordinaria umanità.











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